Cos’è l’allevamento artificiale dei pappagalli? Quali
conseguenze porta questa tecnica d’allevamento nei pappagalli che acquistiamo come pet? Gli stessi animali con cui condivideremo spazio e tempo?
Negli ultimi anni si sente molto spesso parlare di
allevamento artificiale, oppure di "allevamento allo
stecco", "a mano" ecc… Ci sono molte terminologie utilizzate nel gergo comune per
indicare questa operazione utilizzata da molti allevatori, che prevede il prelievo dei pulcini di pappagallo dai nidi delle coppie riproduttrici possedute, per continuare la somministrazione
dell’alimento in modo artificiale.
Esistono diverse metodologie per nutrire artificialmente i
neonati pappagalli. Alcuni allevatori utilizzano il metodo del cucchiaio, che prevede l’ausilio di un cucchiaino con i bordi ricurvi che consente di far scivolare l’alimento liquido nella bocca
dei pulcini; alcuni adoperano una siringa con annesso un piccolo catetere in morbida gomma, da inserire direttamente nell’esofago per far defluire manualmente il cibo all’interno
dell’ingluvie.
Qualunque sia la tecnica usata, il risultato è che
garantisce agli allevatori di svezzare un numero maggiore di piccoli, di salvare pulcini da coppie riproduttrici inesperte o con tare psicologiche, di scongiurare problemi legati
all’accrescimento ridotto ed, infine, di ottenere soggetti particolarmente docili ed abituati al contatto con l’uomo.
In particolare, è quest’ultima motivazione quella che negli
ultimi tempi a dato il via ad un vero e proprio affiatamento da parte degli allevatori di pappagalli anche di taglia ridotta allevati in questo modo e definiti, quindi, "addomesticati"
poiché instaurano un solido rapporto di fiducia con il proprietario.
Animali di questo tipo consentono agli acquirenti di
possedere un pappagallo docile, affettuoso e talvolta parlante, ad un costo molto inferiore rispetto ai comuni grandi pappagalli. Immaginiamo ad esempio gli Inseparabili (genus Agapornis), i
Parrocchetti dal collare (genus Psittacula), oppure le comuni Calopsitte (genus Nimphycus).
Grazie all’allevamento artificiale abbiamo avuto modo di
conoscere le potenzialità di numerose specie di pappagalli, riuscendo ad apprezzarne le peculiarità comportamentali e le perfomance cognitive, che ci hanno consentito, quindi, di attribuirle non
soltanto ai grandi pappagalli, come le Ara o le Amazzoni, ma a tutti gli psittacidi, concludendo che la spiccata intelligenza è propria di tutto l’ordine degli Psittaciformes e non soltanto di
alcune specie.
Ma ricopre anche un ruolo di protezione e conservazione
l’allevamento artificiale, garantendo la riproduzione in cattività di molte specie minacciate nel loro ambiente naturale o in pericolo di estinzione, consentendo di allevarne più soggetti
creando, in fine, un polmone d’emergenza per le specie in cattività.
Tuttavia l’allevamento artificiale dei pullus di pappagalli
è un’operazione molto delicata, sia dal punto di vista fisiologico che dal punto di vista psicologico, quest’ultimo particolarmente importante poiché le ripercussioni non sono immediatamente
riscontrabili.
Le varie tecniche utilizzate per portare allo svezzamento
uccelli nidicoli (questo è il termine utilizzato per quegli uccelli che non abbandonano il nido subito dopo la nascita dimostrandosi autosufficienti nell’ingerire il cibo, ma necessitano di
importanti assistenze da parte dei genitori) come i pappagalli non sono prive di rischi, ed ogni errore può portare a gravissime ripercussioni psicofisiche o addirittura alla
morte.
Quando si intende acquistare un pappagallo allevato
artificialmente, occorre innanzi tutto
raccogliere alcune informazioni importanti dall’allevatore, per capire in che modo è stato allevato e prevedere quindi possibili problemi in età adulta. Il primo quesito è quello legato ai
prodotti utilizzati per alimentare i piccoli.
Purtroppo molti allevatori, per avere un margine di guadagno
più elevato, nutrono i loro piccoli con prodotti di scarsa qualità, o addirittura con prodotti alimentari molto carenti dal punto di vista nutritivo, se non assolutamente inadatti. L’allevatore
da cui acquisteremo il pappagallo deve essere in grado di dimostrarci di aver utilizzato soltanto prodotti appositamente studiati per lo scopo, di tipo commerciale, caratterizzati per essere
bilanciati e con un alto tasso proteico. Quindi formulazioni casalinghe, per miracolose che ci vengano presentate, non vanno assolutamente accettate.
Una scorretta alimentazione durante il delicato periodo
dell’accrescimento causa non soltanto un errato sviluppo dell’animale, ma lo rende decisamente più vulnerabile alle comuni patologie che talvolta colpiscono i pappagalli.
Alla visita dovremmo riporre particolare attenzione anche ai
locali in cui vengono allevati i pappagalli che dovranno presentarsi puliti e, soprattutto, suddivisi in base al grado di sviluppo dei nidiacei. Al prelievo dal nido, infatti, i piccoli
pappagalli devono essere riposti in appositi contenitori definiti "camere calde", dove l’allevatore è in grado di assicurare il giusto grado di temperatura ed il giusto tasso di umidità, al fine
di scongiurare pericolosi sbalzi termici i quali, se superati, compromettono comunque lo stato di salute del pappagallo, costringendolo ad adottare urgenti sistemi di termoregolazione che, in età
infantile, non si presentano ancora del tutto sviluppati, causando un enorme dispendio energetico.
Per quanto invece concerne l’aspetto psicologico di questi
animali, occorre non farsi trarre in inganno dalla spiccata socievolezza e disponibilità al contatto che essi dimostrano in età giovanile. Essi possono comunque aver subito traumi di natura
psicologica che, però, manifesteranno generalmente soltanto dopo la maturità sessuale.
Uno degli aspetti psicopatologici più conosciuti di questo
tipo di animali è sicuramente la Sindrome da Autodeplumazione, cioè quello stato psicopatologico in cui il pappagallo, a causa probabilmente dell’ansia e della depressione che si sviluppa in
cattività, giunge a strapparsi volontariamente penne e piume, per arrivare nei casi più avanzati a ledere l’epidermide sottostante.
Alcune delle cause responsabili di questa patologia sono
senz’altro da attribuire all’allevamento artificiale, interpretato quindi come trauma psicologico a cui i giovani pullus vanno incontro, se non praticato nel modo più rispettoso
possibile.
Il consiglio è quello di verificare che il giovane
pappagallo sia stato innanzi tutto allevato insieme a dei conspecifici, cioè altri soggetti della stessa specie come lo possono essere i fratelli, in modo tale che possa aver avuto modo di
sviluppare la propria identificazione sistematica, allontanando il rischio che esso possa aver sviluppato un’identificazione totalmente verso la specie umana. Infatti in età adulta, molti
pappagalli dimostrano una scarsissima disponibilità a socializzare con altri soggetti della stessa specie, cosa che causa diversi problemi nell’affrontare eventuali psicopatologie utilizzando la
terapia della "socialità" con altri soggetti.
Un’identificazione totale verso la specie umana porta il
pappagallo a preferire l’uomo anziché i propri simili anche durante la maturità sessuale, con la conseguenza di un’alta vulnerabilità a fenomeni di autolesionismo, a causa evidentemente della
frustrazione sessuale maturata.
Un altro aspetto fondamentale da verificare è che il giovane
pappagallo sia stato svezzato abituandolo ad alimentarsi di diverse essenze alimentari, soprattutto vegetali, in modo tale da non dover ricorrere ad impegnative prassi per riportarlo in età già
adulta a doversi abituare ad alimenti diversi dal comune misto di sementi, causa spesso di importanti scompensi nutrizionali e fisiologici, se componente esclusivo della dieta.
Questa breve scheda sull’allevamento artificiale,
concludendo, ha come scopo finale quello di allertare le persone sull’acquisto di pappagalli addomesticati, aiutandole ad analizzare prima dell’acquisto tutte le potenziali situazioni che possono
contribuire all’insorgere di turbe comportamentali e psicologiche di difficile risoluzione in età adulta, cercando quindi di garantire agli animali posseduti una vita degna e soprattutto condotta
nel pieno rispetto del loro benessere psicofisico.
Un’identificazione totale verso la specie umana porta il pappagallo a preferire l’uomo anziché i propri simili anche durante la maturità sessuale, con la conseguenza di un’alta vulnerabilità a fenomeni di autolesionismo, a causa evidentemente della frustrazione sessuale maturata.
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