ornitologia 24


 

ADDOMESTICARE

 

UN PAPPAGALLO

 

L'addomesticamento è più o meno favorito dalla specie che si desidera addomesticare. Dipende in gran parte anche dalla personalità del volatile stesso, da quella del suo proprietario e dal rapporto instauratosi tra i due.

Prima di tutto dobbiamo tenere conto che ogni pappagallo ha il suo carattere.

E' bene ricordare che sarà più facile addomesticare un pappagallo in giovane età rispetto a uno più anziano. Questo perché il pappagallo anziano potrebbe negli anni aver acquisito dei atteggiamenti sbagliati pertanto andrebbe ricorretto.

 

Parlando di pappagalli, quasi tutte le specie di taglia media e grande sono addomesticabili, ma anche il piccolo cocorito (ondulato).

 

Bisogna innanzi tutto procedere per fasi :

 

  1. La prima fase è quella che il nostro pappagallo prenda confidenza con noi e superi la diffidenza. Questo si può ottenere facendo leva sulla curiosità (molto spiccata nei pappagalli) parlandogli dolcemente e porgendogli leccornie con le dita, prima attraverso le sbarre poi aprendo lo sportello della gabbia. A seconda del carattere ci sarà quello che accetterà più velocemente di altri l'offerta. Questo bisogna ripeterlo ogni giorno, fino quando prenderà fiducia. E' importante osserviate sempre l'atteggiamento del corpo e l'espressione, così da anticipare qualsiasi problema di stress , nervosismo, ecc. Tutti gli esercizi vanno fatti ed affrontati solo quando il pappagallo è calmo e voi siete calmi e rilassati.

  2. Quando abbiamo guadagnato la fiducia e il pappagallo non teme più il nostro avvicinamento, dobbiamo iniziare a convincere il pappagallo ad uscire dalla gabbia (qualora il mondo esterno gli risultasse ostico). Se osserviamo ed anticipiamo le situazioni, difficilmente succedono episodi poco gradevoli, ma qualora si rimedia qualche beccata, è importante sapere di mai reagire nervosamente. Gli offriremo un bocconcino, parlandogli con dolcezza e contemporaneamente cercheremo di farlo salire sulla mano. Con movimenti lenti tenteremo di portarlo fuori dalla gabbia, senza però costrizioni. Non induciamo a fare cose al pappagallo quando è nervoso ed agitato perché questo non farà altro che rafforzare questo stato d'animo

  3. Ripetiamo queste fasi tutti i giorni, gradualmente e con calma. Con il tempo sarà lui a cercare il nostro contatto.

 

E' molto bene ricordare questi punti fondamentali :

  • gli esercizi vanno ripetuti con calma e pazienza

  • se il pappagallo fa ciò che gli chiediamo, dategli una ricompensa (vocale, carezza, ecc.)

  • l'apprendimento non deve mai sostituire il gioco

  • se un giorno il pappagallo è svogliato, non sforziamolo

  •     osserviamo sempre l'atteggiamento del pappagallo ed affrontiamo gli esercizi solo se siamo calmi e rilassati

Intelligentissimi ma anche vanitosi e piuttosto egocentrici. I pappagalli fanno fatica a non considerarsi la vera e propria star della casa. Se non vengono educati bene, la loro forte personalità può prendere il sopravvento. E la convivenza può diventare davvero difficile. Esiste un facile metodo che può essere molto utile. 

Si tratta di semplici comandi che servono per stabilire con l’animale un rapporto di fiducia.

 

1. L’insegnamento si basa su alcuni semplici comandi (su, scendi, no, va bene). E non prevede mai punizioni violente (anche perché con il pappagallo sono perfettamente inutili). Come a scuola, l’ambiente di studio è importantissimo. Le lezioni devono essere fatte in ambiente neutro, che non e vissuto dall’animale come un suo territorio. Per esempio una stanza diversa da quella in cui sta di solito. L’obiettivo finale deve essere comunque quello di ottenere obbedienza anche quando il pappagallo si trova nella sua gabbia. Il metodo deve essere seguito con costanza: le lezioni vanno ripetute una o due volte al giorno. Evitate però di sfinire l’animale: non impegnatelo più di 15-20 minuti e lasciate passare almeno due o tre ore tra una lezione e l’altra.

2. Come per tutti i bravi insegnanti, le buone maniere sono essenziali. Prima di iniziare la lezione. Fate un bel respiro e assicuratevi di essere tranquilli e rilassati. Altrimenti, la lezione non avrà successo: i pappagalli sono animali sensibili. Se avvertono il vostro nervosismo si rifiutano di proseguire. O possono diventare aggressivi. Quindi, sorriso sulle labbra e voce ferma ma gentile. Pronunciate ogni comando come se vi aspettaste che il pappagallo lo esegua. Se non lo fa, niente sgridate (questo uccello adora le urla, continuerebbe a ignorare i comandi per godere delle vostre grida). Meglio una bella occhiataccia. E alla fine di ogni lezione, se è stato un bravo allievo, non negategli una gratificazione: un bocconcino o una carezza.

3. Una volta fatte queste premesse, passiamo ai comandi veri e propri. 11 primo è «Su». Quando lo pronunciate, il pappagallo dovrà salire sulla vostra mano. E dovrà anche imparare a non saltare sulla mano di chiunque (o sulla vostra) quando ne ha voglia. Al secondo comando. «Scendi», il pappagallo dovrà imparare a scendere subito dalla mano, per posarsi su un oggetto. Per esempio, rientrare nella gabbia, oppure trasferirsi sul trespolo. Tenete presente che questi animali preferiscono sempre salire piuttosto che scendere, perciò, per il comando «Su», tenete la mano leggermente al di sopra del trespolo, per il comando«Scendi» al di sotto. Questa deve essere distesa e parallela al trespolo.
Il terzo comando è «No». Usatelo quando il pappagallo fa qualcosa che non va bene. E ricordatevi che non serve strapazzarlo. E un animale sensibilissimo alle espressioni del viso. Basterà accompagnare il comando a uno sguardo severo e piano piano lui imparerà ad associare l’ordine a un suo comportamento poco educato. La quarta parola chiave, «Va bene», è invece un modo per far capire al pappagallo che può fare qualcosa. Se, per esempio, vedete che vuole salire sulla mano di un ospite (e quest’ultimo è d’accordo) ditegli «Va bene». L’importante è associare sempre gli stessi gesti agli stessi ordini: questo animale intelligente non tarderà a capire che sono collegati. E vi ubbidirà.

Un uccello addomesticato può talvolta assumere comportamenti strani, inaspettati, come per esempio durante il periodo di riproduzione, si dimostrerà più aggressivo verso di voi. In altri casi perché invece si è trascurato per troppo tempo, si isolerà e non cercherà più il contatto con voi.